AMBIENTE – EUROPA VERDE: 5G, IN COMMISSIONE ALLA CAMERA ALZATI I LIMITI CON PLACET DEI 5 STELLE

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La Commissione Trasporti e TLC della Camera dei Deputati ha approvato, nella seduta del 24 marzo scorso, un parere con osservazioni al PNNR, in cui nell’ambito della digitalizzazione, volendo promuovere lo sviluppo del 5G sul territorio italiano, si spinge a chiedere l’adeguamento degli attuali limiti elettromagnetici nazionali a quelli europei. È un tentativo, quello della revisione delle soglie elettromagnetiche, che viene riproposto ad ogni occasione o alla nascita di un nuovo governo.” –

Così in un comunicato si sono espressi Nando Bonessio, coportavoce di Europa Verde Lazio, e Giuseppe Teodoro già coordinatore dei comitati romani contro l’elettrosmog e vicepresidente di Ecoland.

Oggi, con il PNRR e la presenza alla guida del Ministero della Transizione Digitale di un esponente di spicco delle telecomunicazioni, Vittorio Colao, già CEO di Vodafone, riprende vigore la posizione di chi sostiene che con gli attuali limiti risulterebbe impossibile implementare le infrastrutture di copertura delle reti di telefonia mobile di ultima generazione. Si tratta di una bugia colossale, proprio in considerazione delle dichiarazioni dei sostenitori del 5G, secondo cui, per le caratteristiche tecniche della nuova tecnologia, le emissioni elettromagnetiche delle numerosissime antenne che andrebbero ad accompagnarne lo sviluppo, sono molto più ridotte rispetto a quelle attuali. Delle due l’una, o le antenne 5G generano un impatto minore e, dunque, la loro diffusione nel territorio può avvenire senza necessità di ritoccare i livelli di campo elettromagnetico, attualmente in vigore, oppure se è vero il contrario, è a nostro avviso imprescindibile una accurata revisione scientifica circa la presunta innocuità della innovativa tecnologia, per scongiurare domani rischi ben più gravi per la salute della popolazione esposta. Invece si vuole alzare il limite delle emissioni per sfruttare le vecchie strutture esistenti, per aggirare il problema delle autorizzazioni, per evitare le verifiche da parte delle istituzioni e per limitare gli investimenti. Già lo scorso anno il dibattito sullo sviluppo del 5G aveva assunto toni aspri, quando Colao, che presiedeva la task force governativa ( nel Comitato tecnico-scientifico) sulla accelerazione delle tecnologie digitali, esordì sostenendo la necessità di elevare i limiti elettromagnetici nel nostro Paese, in risposta alle crescenti proteste dei sindaci, promotori di ordinanze contro il 5G. Si trattò di una proposta infelice e provocatoria, che gettava benzina sul fuoco delle polemiche, quando l’approccio nei confronti di una innovazione tecnologica di portata epocale andrebbe sviluppato in termini inclusivi, accompagnato da iniziative informative e formative nei confronti di enti e istituzioni locali, popolazione. In quel caso le rimostranze avanzate da ANCI e dalle numerose realtà civiche e ambientaliste, nei confronti di un provvedimento, formulato peraltro in un’ottica punitiva, produssero la marcia indietro del Governo.”

I due esponenti ecologisti così hanno concluso – “Oggi, il quadro si ripresenta identico, rafforzato dal ruolo di Colao, ma quello che colpisce è soprattutto la posizione dei componenti la Commissione parlamentare, in particolare del M5S, nel cui programma politico è scritto a chiare note il divieto di innalzare i limiti di emissione elettromagnetica. Un conto è strillare di avere ottenuto il Ministero alla Transizione ecologica un conto è agire con azioni concrete a favore della tutela dell’ambiente e della salute. Non vorremmo che, anche su questo fronte, il Grillo nazionale sia riuscito ad imporre agli eletti la revisione degli impegni programmatici del Movimento in cambio del mantenimento di dicasteri importanti.

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