NUOVO ATTACCO DELLE TELCO AI LIMITI ELETTROMAGNETICI

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E’ scandaloso quanto accaduto nelle commissioni 6^ e 10^ del Senato, dove sono in corso i lavori in seduta congiunta sul c.d. Decreto Energia (AS 2564), “misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina”.

Con una forzatura senza precedenti e, immaginiamo, dietro pressanti appelli delle Telco, sono stati depositati alcuni emendamenti relativi ad auspicate “semplificazioni delle procedure autorizzative per gli impianti radioelettrici”, tra i quali spiccano, per indecenza, quelli con cui si intende eliminare una serie di garanzie di tutela del territorio, dell’ambiente e della salute, il cui controllo è affidato ai comuni (parere paesaggistico, perizia sismica, collaudo, minimizzazione del rischio elettromagnetico, gestione dei siti sensibili).

Tali emendamenti, a seguito di un primo esame di ammissibilità, sono stati tutti respinti, come del resto avevamo chiesto attraverso puntuali appelli alle istituzioni.

Tuttavia, in sede di rivalutazione, l’emendamento 28.0.8 (Sen. Faraone – Italia Viva), è stato misteriosamente riabilitato, in quanto giudicato “prioritario“!

Cosa recita questo irrinunciabile emendamento al decreto energia, collegato alla crisi ucraina?

Esso richiama l’art. 44 del nuovo codice delle comunicazioni elettroniche, in cui è stabilito che ogni richiesta di installazione di impianti radioelettrici deve contenere la documentazione sul rispetto dei limiti elettromagnetici. Con la modifica presentata dal senatore Faraone, si chiede di esonerare da tale incombenza le installazioni di pali, torri e tralicci adibiti a ricevere antenne di telefonia mobile.

Si tratta di un provvedimento gravissimo che, trincerandosi dietro la formula di pseudo semplificazione delle procedure autorizzative, va ad impattare pesantemente sui limiti di esposizione elettromagnetici, preannunciandone di fatto l’abolizione per tutte le infrastrutture destinate ad ospitare impianti radioelettrici.

Dunque, si profila come un lasciapassare generalizzato, utile ad aggirare le norme sui vincoli dell’elettrosmog, che favorisce la dislocazione selvaggia di antenne in tutto il territorio italiano, grazie alle attività di procacciamento dei siti da parte delle Tower Company.

Il paradosso è che uno degli emendamenti dichiarati inammissibili (in quanto non attinenti al decreto in discussione), il 28.0.1 (Sen. Margiotta – PD), riporta esattamente le stesse indicazioni contenute in quello ripescato. Per cui, ragion vorrebbe che se è stato invalidato il primo, alla stessa stregua dovrebbe essere censurato il secondo.

Qualcosa non torna!

Giuseppe Teodoro – Vice Presidente di Ecoland – www.ecolanditaly.it

Consulente delle amministrazioni comunali per le politiche di gestione territoriale delle infrastrutture di comunicazione elettronica

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